Alcuni ricercatori dell’Università Laval, tra cui Frédéric Calon, uno dei maggiori esperti mondiali nell’ambito delle malattie neurologiche, hanno esaminato le ricerche condotte sull’utilizzo degli omega 3 per ridurre la perdita delle capacità cognitive associata alla demenza correlata all’età e alla malattia di Alzheimer. (1)
La prima ricerca da loro menzionata è lo studio MIDAS (Memory Improvement after DHA Study).(2) In questo studio, 485 persone anziane in buona salute (età media 70 anni), hanno assunto per 24 settimane un supplemento di 900mg di solo ADH (un omega 3 solitamente associato ad un altro, l’AEP) proveniente da un’alga, o un placebo composto da olio di mais e di soia. I partecipanti sono stati sottoposti a numerosi test della memoria e delle funzioni cognitive. Il gruppo che ha assunto il supplemento di ADH ha ottenuto un miglioramento della memoria e una diminuzione degli errori rispetto al gruppo che ha assunto il placebo.
Il secondo studio a cui si sono interessati gli autori riguarda dei pazienti diagnosticati con la malattia di Alzheimer. In questo caso, 402 pazienti hanno ricevuto 2g di ADH o un placebo di olio di mais nell’arco di 18 mesi. Sono stati somministrati dei test classici per la misura delle funzioni cognitive (ADAS-Cog). I ricercatori inoltre hanno tenuto conto della presenza della variante genetica ApoE4 associata a una progressione più rapida e severa della malattia (il gene ApoE riveste un ruolo fondamentale nel trasporto e nel metabolismo dei lipidi cellulari nel cervello). In linea generale, lo studio non ha dimostrato un effetto dell’ADH sui risultati nei test, compresa l’atrofia cerebrale, tranne che nel gruppo che non aveva il gene ApoE4. In questo sottogruppo l’utilizzo di ADH ha determinato degli effetti significativi, come la riduzione della progressione della malattia e altri progressi. (3)
In un altro studio molto recente, delle donne in menopausa di età compresa tra i 60 e gli 84 anni hanno assunto un complesso di nutrienti contenenti una buona dose di ADH (1g di ADH, 160mg di AEP, 240mg di Ginkgo biloba, 60mg di fosfatidilserina, 20mg di d-α tocoferolo, 1mg di acido folico e 20µg di vitamina B12). Le funzioni cognitive e la memoria hanno mostrato miglioramenti, così come la mobilità dei partecipanti. (4)
Gli omega 3 hanno solamente un effetto sulla memoria nella prevenzione del declino cognitivo legato all’età? Sembra che non sia così. Anche in un gruppo di giovani adulti (18-25 anni), l’assunzione di omega 3 (750mg di ADH e 930mg di AEP al giorno per 6 mesi) ha migliorato la memoria. Questo miglioramento, come nei casi visti in precedenza, è proporzionale al tasso di ADH nei globuli rossi. Tuttavia è stato rilevato un dato interessante: i ricercatori hanno stabilito grazie a sofisticati esami per immagini che il meccanismo d’azione non passa dai neurotrasmettitori e dalla sezione del cervello su sui agiscono le anfetamine. (5)
A dosi elevate, gli omega 3 sono utili per migliorare le funzioni del nostro cervello. D’altra parte, numerosi studi dimostrano anche il loro effetto decisamente positivo nella depressione, nella depressione indotta dall’interferone nel trattamento dell’epatite C e nella sindrome post-traumatica. (6) Poiché i pesci sono contaminati da mercurio e da altre sostanza tossiche, è consigliabile consumarne con moderazione, assumendo piuttosto gli omega 3 con gli integratori.
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