Per molte persone l’inizio del nuovo anno coincide con il desiderio di adottare buoni propositi e di cambiare le proprie abitudini di vita. A tal fine si seguono le diete più diffuse, nella speranza di migliorare la salute e di perdere peso. Riuscire a mantenere questa perdita di peso è però una sfida notevole. Il peso perso viene spesso recuperato e si passa a un’altra dieta restrittiva. Quando il peso scende e sale ciclicamente, si parla di effetto yo-yo. Ma questa difficoltà nel mantenere il peso dopo aver perso diversi chili è attribuibile solamente allo stile di vita e alla motivazione?
Gli elementi fisiologici che ostacolano il trattamento a lungo termine dell’obesità sono ancora in gran parte sconosciuti. L’organismo sembra lottare contro le variazioni di peso. Sono state avanzate ipotesi relative a meccanismi fisiologici di contro-regolazione per conservare l’energia (riduzione del dispendio energetico, aumento dell’assunzione e alterazione della comunicazione tra cervello e organi). Ma potrebbe esserci dell’altro.
Una ricerca pubblicata di recente sulla rivista Nature fa luce sul concetto di “memoria metabolica”, un meccanismo attraverso il quale l’organismo ricorda e cerca di tornare al peso precedente. Per questa ricerca sono stati sottoposti a biopsia gli adipociti (cellule che immagazzinano il grasso) di 20 individui affetti da obesità ma senza malattie metaboliche, prima e dopo un intervento di chirurgia bariatrica che ha comportato una sostanziale perdita di peso (definita come una riduzione di almeno il 25% dell’indice di massa corporea). Questi dati sono stati confrontati con quelli di individui mai stati obesi. I risultati mostrano che l’obesità porta a cambiamenti nelle cellule e nel DNA del tessuto adiposo. Questi cambiamenti persistono anche dopo una significativa perdita di peso.
Una parte della ricerca genetica presentata in questo stesso articolo comprende test effettuati su topi obesi che hanno perso peso rispetto a topi non obesi. Ancora una volta, è stato riscontrato che la memoria metabolica dell’obesità persiste dopo la perdita di peso, contribuendo così alla fisiopatologia del ritorno all’obesità nei topi.
La generalizzabilità dei risultati di questo studio è tuttavia limitata, poiché i partecipanti umani erano stati tutti sottoposti a chirurgia bariatrica, un trattamento che ovviamente non è disponibile per tutti. Questo tipo di chirurgia ha anche altri impatti sul corpo umano, ad esempio sul microbioma intestinale e sull’assorbimento dei micronutrienti, oltre alla rapida perdita di peso che la differenzia da altri metodi. Inoltre, il confronto tra i dati sui topi e quelli sugli esseri umani è limitato. Sono necessarie ulteriori ricerche per chiarire se altri trattamenti per l’obesità possano cancellare o ridurre questa memoria metabolica.
I rischi dei cicli di aumento e perdita di peso non sono sempre chiari nella ricerca citata. Alcuni studi hanno identificato l’effetto yo-yo come un fattore predittivo dell’insorgenza del diabete, mentre altri non riportano alcun legame tra i due fenomeni. Potrebbe anche esistere un’associazione tra i ripetuti cambiamenti di peso e il comportamento iperfagico, le cosiddette abbuffate.
D’altra parte, dopo una dieta restrittiva la quantità di batteri buoni che colonizzano l’intestino si riduce. Uno studio rivela infatti una specifica firma del microbioma (batteri presenti nell’intestino) che persiste dopo la perdita di peso e che proprio il microbioma potrebbe avere un ruolo nel recupero accelerato del peso dopo la dieta. Si ritiene che questi cambiamenti nel microbioma in seguito a una dieta (per esempio, una riduzione dei livelli di flavonoidi) contribuiscano alla riduzione del dispendio energetico che porta a un aumento di peso come effetto secondario. Ciononostante, le persone che desiderano perdere peso non dovrebbero sentirsi scoraggiate, poiché i benefici possono superare i rischi.
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