L’offerta di pasta si è notevolmente diversificata negli ultimi anni, poiché molte persone sono alla ricerca di un sostituto della tradizionale pasta di grano duro. Puntiamo i riflettori sulle alternative!
Per fortuna, sono lontani i tempi delle prime paste senza glutine, prodotte esclusivamente con riso e mais, che spesso risultavano insoddisfacenti a causa del loro sapore insipido e della consistenza farinosa. I produttori hanno migliorato le loro ricette e la pasta senza grano ora regge molto meglio la cottura. La scelta dei cereali è ampia, con quinoa, soia, amaranto e grano saraceno aggiunti al riso e/o al mais. C’è quindi una pasta per tutti i gusti.
La cottura di questa pasta avviene come quella della pasta di grano, in acqua bollente e salata. Il tempo di cottura dipende dalla forma della pasta e dalla sua composizione. Spesso, però, la cottura è complicata. È consigliabile fare delle prove, perché il tempo di cottura consigliato sulla confezione non sempre dà i risultati migliori. Va anche detto che nessuna di queste paste dà buoni risultati quando viene riscaldata.
Dal punto di vista nutrizionale, confrontando la pasta senza glutine con quella di grano duro, si nota che, a parità di porzioni, contengono una quantità simile di carboidrati e fibre e forniscono altrettante calorie, ma meno proteine (per una porzione di 100 g di prodotto, questo valore è di 12 g per la pasta di grano e di 7 g in media per la pasta senza grano). Quindi, chi dice di preferire la pasta senza grano perché ha meno calorie non ha motivo di fare questa scelta. Il discorso è diverso per chi sceglie questa pasta perché celiaco, poiché in questo caso è indispensabile evitare il glutine. Un altro motivo per scegliere questa pasta è l’intolleranza ai fruttani (una famiglia di FODMAP*), che non sono presenti nella pasta di riso, mais, quinoa o grano saraceno.
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